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"noi non siamo ciò che possediamo,
ma ciò che rappresentiamo per gli altri."

Le storie

Aldo

Aldo ha 75 anni, è un pensionato che in vita sua ha fatto ogni tipo di lavoro adattandosi di volta in volta alle opportunità che gli venivano offerte : ha lavorato in Marina, come portiere di albergo, come magazziniere e molto altro.

Oggi Aldo vive in un bilocale di 35 metri quadri alla periferia di Milano. Ha una reddito mensile, al netto dell’affitto, che non supera i 600 euro al mese.

Con lui vivono Laura e suo marito, che sino a 12 anni fa abitavano dai genitori di lei: a un certo punto la convivenza non era più stata più possibile, e Laura e suo marito dovettero lasciare la casa.

Aldo si offrì di ospitarli nel suo appartamentino prima provvisoriamente e poi definitivamente condividendo con loro il poco spazio che aveva.

La disponibilità di Aldo non venne meno né quando Laura e suo marito ebbero il primo figlio né quando arrivò il secondo. Con la mutata condizione familiare, i due genitori hanno provato a mettersi in lista per una casa popolare ma sanno già che la casa non arriverà mai visto che il loro posto in graduatoria è molto basso.

Quando sono nati i bambini di Laura, Aldo si è offerto di occuparsene mentre lei e suo marito passavano le giornate fuori casa alla ricerca di un lavoro. Aldo però ha continuato ad occuparsene anche quando hanno trovato un lavoro, diventando un nonno acquisito a tempo pieno.

Quando i bambini sono cresciuti ed andavano accompagnati tutti i giorni a scuola la sua auto era troppo vecchia per poter essere usata, dovendo pagare per un Ecopass che Aldo non si poteva permettere.

Aldo ha quindi scritto al "Corriere della Sera" per esporre il suo problema e chiedere aiuto. Oggi ha l'auto che gli serviva e continua a fare il nonno a tempo pieno.

La storia di Aldo mi fa pensare, più di ogni altra, ad un concetto che ritengo fondamentale: il valore del gesto che ognuno di noi fa per aiutare il proprio prossimo è direttamente proporzionale a ciò di cui si priva per farlo.

Quanti di noi avrebbero accettato come Aldo di condividere il proprio spazio, già cosi ristretto, con una famiglia di quattro persone, non solo rinunciando ad avere uno spazio proprio ma decidendo di dedicare la propria vita a due bambini che non sono, o forse è meglio dire non erano, suoi nipoti?

Ha più valore il gesto di Aldo o quello di qualcuno che si limita a mettersi la mano in tasca oppure a staccare un assegno per aiutare il proprio prossimo?