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ma ciò che rappresentiamo per gli altri."

Le storie

Celestino

Qualche giorno fa ho incontrato Celestino in uno dei miei Centri di ascolto

Celestino ha 45 anni, è peruviano ma vive in Italia già da 11 anni con la sua compagnia Maria

Hanno due figli di 13 anni e 6 mesi

Sino a 3 anni fa la sua vita procedeva senza problemi : aveva un buon lavoro presso una cooperativa che gli garantiva uno stipendio di 1.500 euro al mese mentre sua moglie ha un lavoro part time come badante ed un reddito di 500 euro al mese

Tre anni fa sono sorti i primi problemi per lui con una diagnosi di diabete che però non lo ha fermato perché Celestino è una persona determinata. Ha iniziato la terapia con insulina e ripreso subito il suo lavoro

Lo scorso anno però le cose sono cambiate radicalmente per : gli è stata diagnosticata una forma grave di osteomielite, un’infezione molto aggressiva delle principali ossa del corpo per la quale ha già subito 3 interventi in un anno ma nonostante questo, Celestino è obbligato ad usare le stampelle

La prima conseguenza della malattia è stata la perdita del posto di lavoro che ha comportato ovviamente un tracollo nel tenore di vita della famiglia, costretta a sopravvivere con i 500 euro di reddito della madre, senza riuscire più a pagare l’affitto di 600 euro al mese. Qualche mese fa gli è stata riconosciuta un’invalidità del 75% che gli garantisce però un assegno di soli 250 euro al mese

Chi ha più risentito psicologicamente di questa situazione è stata la figlia di 13 anni, che nel giro di pochi mesi è passata da una vita senza problemi ad una situazione di indigenza assoluta

Quando è entrato nel Centro e mi è venuto incontro stringendomi la mano, ho capito subito di avere di fronte una persona fiera e dignitosa

Quando gli ho detto che, tramite il Centro, gli avrei garantito un sostegno economico pari al suo stipendio per un determinato periodo mi ha chiesto perché lo facevo. Gli ho risposto che volevo semplicemente aiutarlo come per gli altri casi che mi aveva sottoposto il Centro. Mi ha risposto ringraziandomi ma declinando la mia offerta di aiuto perché lui voleva un lavoro e non del denaro. Ho cercato allora di spiegargli, con tutto il tatto possibile, che nelle sue condizioni, non sarebbe riuscito a trovare un lavoro almeno sino alla sua guarigione. Allora Celestino mi ha detto : “vengo a lavorare per te, cosi ti ripago del tuo aiuto”. Gli ho risposto che doveva accettare il mio aiuto e preoccuparsi solo di curare la sua malattia per ottenere una completa guarigione. Ha quindi finalmente accettato, promettendomi che sarebbe tornato presto a lavorare in modo da potermi ripagare di quanto stavo facendo per lui e la sua famiglia. Ho accettato sapendo però che stavo dicendo una pietosa bugia

Non so se Celestino ha capito che non guarirà mai e che il suo destino è segnato : la malattia, nella forma in cui l’ha contratta è incurabile e progressiva e lui è destinato a passare dalle stampelle alla sedia a rotelle

Per una volta sono uscito dal Centro senza quel senso di tranquillità che deriva dalla consapevolezza di avere risolto delle situazioni difficili : sono solo riuscito a rimandare nel tempo un problema che non ha soluzione